Sul piano concettuale non fa una grinza, sul piano pratico, fa la differenza, sul piano tecnico un coacervo di possibilità di confronto con numerosi altri noveri professionali, e poi la didattica, un piano di studi lungo ed articolato in cinque anni che fanno dei nostri studenti, tecnici pronti ad affrontare le diverse sfide che il mondo, non solo del lavoro, gli riserberà.
Parliamo del Perito Agrario il tecnico multitasking che io non disdegno di definire il tecnico degli scenari:
- perché rappresenta una risorsa per il sostegno delle emergenze ambientali;
- perché è definibile un operatore “sociale di fatto” sulle emergenze alimentari, dovute alle carenza di cibo, in grado di portare il conto ad un pianeta sempre più affollato e popolato;
- perché ha le competenze per preservare il terreno, quale risorsa invalicabile nelle scelte colturali ;
- perché rappresenta una figura cardine nella prevenzione sulle emissioni di CO2 dell’aria, nelle scelte dei contrasti ad impatti ambientali devastanti e nefasti;
- perché è custode della biodiversità;
- perché è tanto altro ancora e di questo né abbiamo già parlato.
Certamente riveste un ruolo nella società del fare ma anche testimone di tutto quello ché un tempo regolava la vita di tutti , ché si alimentava, trasferendo esperienze e modelli , come quella della civiltà contadina , un dogma
Non è difficile rapportarsi con tale professione né offuscare le mente nella ricerca di quello che gli è dato di fare, spesso basterebbe spostare lo sguardo e stupirsi ché anche in quella direzione il tecnico agrario ha competenze da vendere .
Non sono semplici scenari né facili suggestioni, in quella scuola, la nostra scuola, il fare e disfare fanno parte della stessa interpretazione di ruoli ,di competenze, di aspetti , di analisi, di discernimento, parliamo di formazione.
Per questo, non c’è scelta più in sintonia con l’amore per l’ambiente, con la sinergica fattività produttiva, con la trasformazione delle produzioni, con le vesti professionali, un unicum . E così dall’Agricoltura alla Agricoltura 5.0 il passo è compiuto
prof. Mario Bartolomeo